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Autore Sopravvivere coi lupi
kubrickfan

Reg.: 19 Dic 2005
Messaggi: 917
Da: gessate (MI)
Inviato: 10-07-2008 23:27  
Trama: Bruxelles, sotto l'occupazione nazista. Misha è una bambina ebrea che vive con i genitori, che sono in un perenne stato di ansia per la paura di essere scoperti e deportati dalla gestapo. Misha non si cura molto di queste cose, e sogna un mondo pieno di animali e di possibilità di correre felici. Purtroppo nonostante le molteplici precauzioni il temuto avviene, i genitori vengono presi e condotti in una fortezza carcere. La bambina si trova a dover fare la sguattera, ma ha la fortuna di trovare il mite contadino Ernest e la moglie che la adottano. Peccato che un nuovo rastrellamento la costringa ad incominciare una fuga disperata nella natura selvaggia in compagnia di un branco di lupi. Affamata e ferita, trova forse dei veri amici negli animali che la accolgono, ma purtroppo ...



Commento: Molti rimasero delusi quando la scrittrice Monique de Wael in arte Misha Defonseca dovette comunicare che il suo libro best seller, spacciato come una autobiografia vera di bimba ebrea scampata ai lager, era una bufala e tutto l'impianto narrativo era stato inventato di sana pianta. Sembrava una favola fantastica, un racconto di altri tempi che aderendo alla realtà ci potesse davvero far sognare che tutto era possibile. Del resto credo che molti lettori abbiano avuto qualche dubbio che la storia di questa novella Mowgli (interpretata sullo schermo dalla strepitosa bimba Mathilde Goffart, davvero grandiosa) possa essere stata così come la racconta la signora scrittice/mentitrice per scopi di lucro.
Cosa è successo di tanto poco credibile ? Misha (da qui il nome dello pseudonimo) è una bimba ebrea sognatrice che nell'era nazista che domina l'europa vive a Bruxelles di stenti con i genitori. Dopo che i genitori sono stati deportati, subisce un destino beffardo : è costretta a fuggire nella natura selvaggia delle foreste Belghe incontrando i suoi sogni, vivere con gli animali e precisamente un branco di lupi. Peccato che la natura sia ostile per una bimba (siamo in inverno) tanto quanto gli uomini, e le difficoltà di sopravvivenza infinite per la cronica carenza di cibo per uomini e animali. Fortunatamente si crea una sorta di intesa tra bimba e lupi e lei crede di aver trovato un equilibrio, anche se il pensiero della mamma e il papà da trovare non la abbandona.
Il cinema francese è bravissimo a realizzare film con protagonisti gli animali che interagiscono con gli uomini (ne potremmo citare molti) come per esempio il recente La volpe e la bambina, anche se totalmente diverso come fini ed ambientazioni. Ed anche in questo la regista Vera Belmont fornisce una prova davvero buona, dove i lupi, grandi e piccoli, interagiscono a dovere con la protagonista del film.
Però, in tutto il resto, l'impianto risulta poco ficcante e scricchiolante. Il film è diviso in tre tronconi ben distinti, quello iniziale della vita con i genitori difficile ma serena in mezzo all'affetto ("Sei il mio amore d'amore"), l'allontanamento/distacco dalla vita urbana per entrare in una sorta di fiaba forestale con la vita coi lupi e la caccia al cibo, per finire con il ritorno in città alla disperata ricerca dei familiari affamata, piena di piaghe e con una difficoltà terribile a relazionarsi con coloro che sembrano non più appartenerle.
Troppo cacciata dall'uomo e troppo in caccia per non regredire, la bambina perde ogni dignità, ogni stilla di genuinità e semplicità infantile, una specie di automa che ha solo l'istinto di sopravvivenza. E mentre in alcune cose si rasenta la melassa filmica, in altri si ritrova il segno delle difficoltà che provano il fisico ma non l'animo.
Mentre il personaggio di Ernest e la moglie iconizzano la bontà e la vita di campagna che raffresca il sentimento, quello della Madame che le fa fare la sguattera riporta alla tristezza di un mondo non libero, come quello dei bambini dispersi ed attirati da un pezzo di pane.
Stessa cosa per i rottweiler visti come i nazisti rispetto ai lupi, dove però una volta comunicato il vero messaggio al cane (in un modo che non credereste mai) si scopre che in fondo la bontà c'è (come potrebbe essere nel popolo tedesco) e lo stesso una volta convinto del giusto si libererà dei padroni aguzzini.
Aguzzini che hanno un nemico che ospita con dolcezza la bambina ("Sono pazzi ad attaccare la Russia, anche Napoleone ha perso con loro!") come la compagnia di ucraini, che impersona l'Unione Sovietica. Persone finalmente gentili e forti combattenti, non solo dei caritatevoli (come Ernest) che non saprebbero reagire a dovere alla tracotanza e prepotenza del dominatore. Serve la forza per uscire dalla guerra, non basta solo il passare del tempo come spererebbero i genitori di Misha.
Tanti buoni messaggi messi in maniera concentrica e ripetitiva, per quello alla fine a furia di vedere situazioni simili il pubblico pagante potrebbe cadere nella noia di una storia poco credibile come è ma non tanto convincente per essere una favola inserita in un contesto tragico di guerra (molto meglio fece in questo senso Il labirinto del fauno) quanto dovrebbe.
In definitiva un film volonteroso ma ripetitivo, a volte troppo mieloso, ben realizzato e con una piccola grande protagonista a cui fanno fare davvero di tutto, dove la tragedia mondiale rimane solo un pretesto per condurre verso un determinato luogo per raccontare tutt'altro e non il vero sfondo tragico della vicenda. Unisce buonismo a tragedia in continuazione, questa altalena continua potrebbe non piacere a tutti, ma il prodotto non è del tutto disprezzabile nel suo proporsi perchè ha paesaggi favolosi e un parco animale di prima bellezza.

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non solo quentin ma nel nome di quentin...quentin tarantino project
QUENTIN TARANTINO PROJECT

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